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“Mani Bucate”: per la Marcegaglia è “una posizione sbagliata”

2 ottobre 2011

Il presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, dice che è “sbagliato”. Quando i giornalisti le hanno chiesto che cosa ne pensasse dei soldi pubblici che finiscono nelle tasche degli imprenditori privati, ha detto: “E’ una posizione sbagliata, basta vedere il totale dei sussidi pubblici”. “Il totale dei sussidi ammonta a 36 miliardi – ha detto – la maggior parte dei quali sono destinati alle municipalizzate e alle aziende pubbliche, solamente 4,5 miliardi nel 2009 e 2,7 miliardi nel 2010 sono stati destinati alle aziende private”. La leader degli industriali italiani ha poi sottolineato che era stata Confindustria per prima a dire basta alle norme per lo stanziamento di soldi pubblici.

Sul fatto che denunciare lo spreco di risorse pubbliche che avviene quotidianamente attraverso la consegna nelle mani degli imprenditori privati di soldi pubblici sia una “posizione sbagliata”, beh, meglio lasciar perdere. Sul fatto che la Confindustria abbia chiesto di abolire i sussidi, beh, questo, semplicemente (e clamorosamente) non è vero. Non è stata la Marcegaglia a dire “vogliamo soldi veri” nel 2009? E a chi si rivolgeva se non allo Stato? E di quali soldi stava parlando se non di quelli pubblici?

La Marcegaglia è stata interpellata dopo che il quotidiano Libero ha pubblicato, venerdì 30 settembre, in prima pagina, alcuni dei dati tratti dal libro “Mani Bucate” e tra questi dati c’è anche quello che riguarda direttamentela Marcegaglia il cui impianto di Massafra, in Puglia, incassa ogni anno 20 milioni di euro di soldi pubblici. Su questo il presidente non ha risposto. Ha preferito dire numeri un po’ a caso come quello relativo ai soldi dati dallo Stato alle aziende private nel 2009. Non sono 4,5 miliardi, sono 9,5 e sono solo quelli gestiti centralmente dal ministero dello Sviluppo Economico riferiti ai fondi europei. A questi 9,5 occorre aggiungere i soldi che lo Stato non preleva dai fondi comunitari e dei quali nessuno (tantomeno la Marcegaglia) sa nulla. Perfinola Corte dei Conti si è arresa quando ha provato a capirci qualcosa. Oltre a questi vanno aggiunti i fondi garantiti dalle leggi che concedono sgravi fiscali (ogni regione italiana ne ha almeno una decina) e i soldi che passano alle imprese prelevati direttamente dalla tasche degli italiani come, ad esempio, gli incentivi verdi che peseranno quest’anno sulle tasche di chiunque abbia un contatore elettrico in casa la spaventosa cifra di 6 miliardi di euro. Ed è proprio da questi 6 miliardi di euro che le industrie Marcegaglia incassano i loro 20 milioni di euro. Altro che “posizione sbagliata”. La sua è un’ottima posizione.