Posts Tagged ‘tremonti’

L’economia tra etica e shari’a

5 novembre 2009

etica

Finalmente un dibattito appassionante. L’etica c’entra con l’economia? Ricordo le parole con le quali Francesco Giavazzi ha risposto al ministro Tremonti quando questi aveva sostenuto la necessità di etica nel fare credito: “Non sapevo che la sharia facesse parte della legge bancaria italiana”. Poi ascolto l’intervento di Guido Tabellini che, al convegno con il Cardinale Tettamanzi alla Bocconi a Milano, dice: “Talvolta si pensa che etica ed economia siano due mondi distinti e separati. Non è così”.
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Per il credito servono garanzie pubbliche

2 novembre 2009

credito

Io credo che il discorso sull’abbassamento delle tasse sulle imprese sia un alibi. E’ perfino stucchevole ripetere che trovare i fondi per tagliare l’Irap è un’impresa praticamente impossibile. Anche se e quando si troverà il modo di reperire la copertura finanziaria essa non potrà affatto permettere quello shock fiscale che esso solo potrebbe favorire la ripresa economica. La discussione sulle tasse ha tutta l’aria di un alibi per evitare di entrare nel merito del problema ed affrontare la vera questione, che sono le regole. (more…)

Ecco a cosa serve la politica

29 ottobre 2009

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Alla prima prova, la cabina di regia che avrebbe dovuto stemperare le tensioni nella maggioranza è già implosa. L’idea della maggioranza di inserire nella legge Finanziaria un taglio da 2-4 miliardi all’Irap a favore delle piccole aziende che non licenziano è stata bocciata dal ministero dell’Economia con l’unico argomento utilizzabile: non c’è la copertura finanziaria. La motivazione è senza dubbio vera, ma il fatto è che per le emergenze (terremoto in Abruzzo, alluvione a Catania) i soldi si sono giustamente e rapidamente trovati. Ecco perchè il “no” del ministero dell’Economia va interpretato in un altro modo: non tanto e non solo “non ci sono i soldi”, ma, piuttosto, “la crisi non è arrivata a livelli di emergenza”.
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Bernabè e Tremonti, lo stesso destino

26 ottobre 2009

telecom

Giulio Tremonti e Franco Bernabè hanno molte più cose in comune di quanto non sembri a prima vista. Basta leggere le cronache per rendersi conto che entrambi stanno attraversando uno dei momenti più delicati della loro vita. E, questo è il punto, sono momenti che sono identici. Vediamo perché.

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Un papello a Tremonti

23 ottobre 2009

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E’ chiaro che è siamo arrivati al redde rationem. E chi rischia di farne le spese è il ministro dell’Economia Giulio Tremonti contro il quale sta montando la più classica delle campagne denigratorie. Invece di aprire onestamente uno scontro con il ministro sulla sua politica economica, all’interno del suo stesso partito arrivano voci, dossier e vecchi sgambetti. Ma anche dall’esterno hanno iniziato a sparare ad alzo zero: il governatore (la polemica accademica sul ruolo degli economisti ha, in questo senso, il significato di un guanto di sfida) e le categorie produttive (blandite da Berlusconi) soprattutto. (more…)

La flessibilità è figlia della paura

21 ottobre 2009

precari

E’ paradossale che una frase del ministro Tremonti sul fatto che sia preferibile avere un posto fisso invece di uno precario abbia fatto più danni tra le fila del centrodestra che tra quelle del centrosinistra. Nel centrodestra sono fioccati i distinguo, mentre i tre candidati alla segreteria del Pd si sono ritrovati uniti nell’attaccare la “demagogia” del ministro. Al di là delle dietrologie occorre riflettere sul fatto che la flessibilità è stata introdotto in Italia in un momento storico nel quale la globalizzazione stava facendo non i primi, ma i secondi passi in Italia. E venne introdotta da un ministro di sinistra, Tiziano Treu, per abbassare il costo del lavoro e permettere alle imprese di rispondere, come si dice, alla concorrenza straniera. Giusto. Solo che poi ci si è fatti prendere un po’ la mano e oggi i tipi di contratti di lavoro sono una cinquantina.

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Cosa chiedono gli industriali

11 ottobre 2009

Confindustria

Se qualche circolo illuminato sta complottando contro il governo per farlo cadere, come è stato paventato da esponenti della maggioranza, da essi si tira fuori la Confindustria che, per bocca del suo presidente Emma Marcegaglia, ha sostenuto la necessità che il governo “vada avanti”. I dietrologi potrebbero vedere in questa dichiarazione, pesante come una pietra per il momento nel quale viene pronunciata, una sconfessione di quell’ipotesi, sempre a stare ai maggiorenti governativi, di “governo delle elites” che veedrebbe a capo Luca Cordero di Montezemolo. (more…)

Uno schifo di scudo

29 settembre 2009

scudo-fiscale

Nessuno può sostenere la moralità di questo scudo fiscale, che permette non solo agli evasori ma anche ai truffatori di regolarizzare la loro posizione con il fisco e le leggi italiane pagando il 5% della somma che ha travasato all’estero. Ma, come spesso accade, nel giudicare un’iniziativa politica si confonde ciò che è giusto da ciò che è utile. Questo scudo fiscale “allargato” anche ai reati societari è una vera schifezza, non c’è dubbio. Hanno quindi ragione gli esponenti dell’opposizione a gridare allo scandalo ma dovrebbero evitare di chiedere più spesa pubblica per aumentare le pensioni senza indicare dove andrebbero a prendere i soldi, perchè altrimenti si scade nella demagogia. Non si tratta di giustificare i mezzi in virtù della giustezza del fine, si tratta di trovare strade percorribili, concrete e immediate. (more…)

Finanziaria light e coerente

22 settembre 2009

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La prima cosa da tener presente della Finanziaria approvata ieri dal Consiglio dei ministri è che non è una Finanziaria. Non lo è nel senso classico del termine, come ha detto Tremonti. Non c’è stato nessun assalto alla diligenza per ottenere prebende e aiutini, non ci sono state estenuanti trattative tra i “nordisti” e i “sudisti” e soprattutto non ci sono cifre scritte sulla pietra, immutabili e fisse. Questo vale soprattutto per il rinnovo dei contratti di lavoro per i quali sono stati stanziati 3,4 miliardi, che coprono solo la vacanza contrattuale ma che sono suscettibili di aumentare (insieme ad altri stanziamenti come, ad esempio, per la ricerca) a seconda dell’andamento della lotta all’evasione e soprattutto dell’incasso derivante dallo scudo fiscale ter.

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Tremonti odia le banche?

19 settembre 2009

tremonti

Il forsennato ritmo con il quale si susseguono le polemiche intorno alle dichiarazioni di Giulio Tremonti stanno facendo perdere di vista la sostanza. La sostanza è l’idea di capitalismo che il ministro dell’Economia ha in mente e che, bisogna ammetterlo, con coraggio continua a proporre. Ebbene: questa idea è il contrario del capitalismo come si è sviluppato dagli Anni ’80 in poi. Il nemico di Tremonti non sono le banche e nemmeno i banchieri, ma sono l’idea di banca e il modus operandi dei banchieri. Tremonti li accusa di essere più o meno gli alfieri di uno sviluppo economico fatto dalla carta.

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Gli economisti e noi

12 settembre 2009

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Quello che gli economisti italiani fanno finta di non capire è che la critica che viene loro rivolta non riguarda tanto il non aver previsto la crisi quanto quella di averla negata. Ovvero: l’aver previsto che non ci sarebbe stata. Secondo: i nostri economisti hanno dato ricette sbagliate per uscire dalla crisi come, ad esempio, quella di sostenere la necessità di far fallire tutte le banche che non avevano più la “benzina” per superare la crisi, ricetta disastrosa per le sorti dell’economia mondiale. Su queste due critiche non hanno ancora dato una risposta.

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Assedio a fort Tremonti

1 settembre 2009

tesoro

E’ il destino di ogni ministero dell’Economia: essere assediato. Da chi vuole aiuti, da chi vuole sconti, da chi vuole incentivi, da chi vuole la leggina o l’emendamento giusto al momento giusto. Ma adesso è diverso. La Seconda Repubblica, caratterizzata da una radicalizzazione dello scontro tra le anime che la compongono, fa registrare un cambiamento significativo nel ruolo del ministero dell’Economia. Il Palazzone di via XX Settembre da buca delle lettere dove chiunque, banchieri, industriali, sindacalisti, associazioni di categoria, politici locali, lasciano i propri desiderata come fosse un santuario, si è trasformato in una cittadella assediata. Le richieste sono diventate, complice la crisi economica, delle specie di bombe intelligenti lanciate dall’esterno delle mura di cinta del Palazzone. Il cui inquilino, Giulio Tremonti, a stento riesce a resistere alle tremolìo delle pareti ogni volta che arriva una nuova richiesta di, per dirla alla Marcegaglia, “soldi veri”.

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