L’elenco è lunghissimo e ho evitato di leggerlo tutto con attenzione. Sono i beneficiari della Regione Campania dei fondi europei Fse, quelli destinati alla formazione professionale. A una rapida lettura vedo alcune curiosità: Piaggio Aerindustries e Fiat Pomigliano, ad esempio. E vedo che in molti (troppi) casi, i soldi che dovrebbero servire per affinare delle professionalità sono rubricati semplicemente sotto la voce “incentivi all’occupazione”, e non è la stessa cosa. Invece di formare, sussidiano. Questo riguarda soprattutto le moltissime piccolissime aziende inserite nel lungo elenco: parrucchieri, pizzerie, negozi di telefonia. Insomma, a chi interessa sapere i nomi dei beneficiari, qui trova l’elenco completo aggiornato alla fine di maggio.
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MANI BUCATE L’aeronautica della Campania incassa 5 milioni (ma ce ne sono 50 da spendere)
8 Maggio 2012Tutto ciò che si muove è pagato con i soldi dei contribuenti. Auto (Fiat), moto (Piaggio), navi (Tirrenia), aerei (low cost). I nomi li ho scritti tutti in “Mani Bucate”. Ma un’ulteriore conferma arriva dalla Campania dove sono stati assegnati 5 milioni di euro per pèrogetti di ricerca a favore delle aziende aerospaziali della Regione. Niente scandalo, proprio in questo blog ho scritto dei soldi che il Piemonte ha dato alla multinazionale Thales Alenia, che finanzia i suoi progetti di esplorazione spaziale grazie di soldi della Regione.
In Campania succede lo stesso: ci sono 50 milioni a disposizione per 21 progetti di ricerca in campo aerospaziale e per ora ne sono stati assegnati 5. Alenia Aermacchi fa la parte del leone con 2,6 milioni di euro per LWF progetto di ricerca per sviluppare configurazioni complesse in lega di titanio. Alla Atitech (ex controllata Alitalia) incassa 2,1 milioni per Atima che consiste nell’applicazione di tecnologie innovative nella manutenzione aeronautica.
Poi ci sono altri 5 miulioni che sono stati destinati a progetti “intersettoriali” a cui partecipano aziende del comparto e tra queste la Magnaghi Aeronautica che dovrebbe essere finanziata progetti per 2.872.960, Mdba 1.880.470 e Selex Sistemi Integrati 2.571.275.
“MANI BUCATE” Lo scandalo di Ischia: jazz, film e teatro pagati con i fondi europei
13 dicembre 2011In “Mani bucate” racconto di come l’Italia sia riuscita a convincere la Commissione europea che Capri era’”area depressa” e, per questo, occorreva finanziare i suoi alberghi di lusso. Ma anche Ischia non scherza in quanto a spreco di soldi pubblici. L’isola ha usato i fondi europei per finanziare manifestazioni canore e musicali che fanno impallidire il ricordo del famoso concerto del 2009 di Elton John a Napoli, pagato con 711mila euro di fondi regionali destinati alla coesione sociale. Quella spesa ha dato vita a un contenzioso con la Ue alla fine del quale la Campania ha dovuto restituire l’intera somma. (more…)
“MANI BUCATE” La Campania ammette: abbiamo speso 7,8 miliardi in sussidi e non sono serviti a nulla
12 dicembre 2011La più limpida dimostrazione del motivo per il quale gli aiuti di Stato alle imprese private non servono assolutamente a nulla. Quello che segue è un estratto del discorso di Luciano Schifone, Presidente del Tavolo del Partenariato Economico e Sociale della Campania, l’organismo nato in seno alla Regione che riunisce le forze sociali, sindacali, economiche della Campania. Compito del tavolo è quello di individuare gli obiettivi di spoesa dei fondi (soprattutto europei) che la Regione ha a disposizione. (more…)
“MANI BUCATE” Soldi pubblici alle pmi campane che innovano: 85.400 euro alla Pummarolella
12 dicembre 2011“MANI BUCATE” Arrivano 1,6 miliardi per l’energia elettrica verde del Mezzogiorno
15 novembre 2011Ennesima pioggia di sussidi pubblici per l’energia rinnovabile. Questa volta a vantaggio di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia che ottengono ben 1,6 miliardi di euro all’interno del Poi, il Programma operativo interregionale “Energie rinnovabili e risparmio energetico” finanziato con i fondi europei del Fesr 2007/2013. (more…)
“MANI BUCATE” Il Sud non spende i fondi Ue: ecco i dati veri (e scandalosi)
4 novembre 2011”L’attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali per il ciclo 2007-2013, evidenzia il persistere di gravi ritardi concentrati soprattutto in alcuni programmi. Nel corso degli ultimi mesi tuttavia si e’ registrata una significativa accelerazione degli impegni, frutto delle iniziative adottate per il recupero di questi ritardi, nell’ambito dell’attivita’ di coordinamento e monitoraggio della politica di coesione”. Lo ha detto il ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto. Per il ministro “’il livello degli impegni è stato pari al 21% per i programmi Fesr e a poco meno del 22% per i programmi Fse, evidenziando miglioramenti ancora contenuti rispetto al 31 dicembre 2010, che non consentono di ipotizzare una significativa inversione di tendenza”.
Traduco: il Sud continua a non riuscire a spendere i soldi che ha già, che sono “suoi” e che sono messi a disposizione dalla Ue. In questo senso è un fatto che il problema del Mezzogiorno non consista nello stanziamento di nuovi fondi, di altri soldi, ma nella loro riduzione. Se si vuole bene al Sud bisogna smettere di dargli soldi come si fa con un bambino viziato perché poi quel bambino viziato non sa che cosa farsene e, fatalmente, li spreca. Nel caso del Sud i soldi europei o statali finiscono a tutti tranne che a sviluppare una struttura industriale. In “Mani bucate” ci sono decine di storie che raccontano il danno che i fondi europei hanno fatto al Mezzogiorno.
Quindi: non solo non si riescono a spendere, ma quelli che si spendono, si sprecano. Fitto, leggendo la relazione sull’utilizzo dei fondi Ue, ha detto anche che “la situazione dei programmi rimane alquanto differenziata, con una evidente concentrazione delle criticità nei programmi regionali, in particolare Campania e Sicilia e nel Programma Interregionale Attrattori Culturali, Naturali e Turismo”. Gli “attrattori culturali” è il fondo che serve per tutelare il patrimonio archeologico e per il quale, fino all’aprile del 2010, la Campania, responsabile nazionale del coordinamento per accedere a quel fondo, non aveva chiesto un solo euro nonostante sapesse che Pompei aveva urgente bisogno di restauri. Poi Pompei ha iniziato a sbriciolarsi, Fitto ha avocato a sé la responsabilità della gestione delle richieste per il Fondo Ue per gli “attrattori culturali”! e la Campania ha ululato alla lesa maestà. Dopo che il ministero ha assunto la responsabilità del fondo le spese sono aumentate dell’8,7%, segno che l’incapacità del Mezzogiorno di spendere i soldi è cronica.
Per avere un’idea di come le Regioni (molte, non solo al Sud) non riescano a spendere i soldi, riporto una delle tabelle pubblicate in “Mani bucate”, Riguarda la percentuale di spesa delle regioni italiane dei due più importanti fondi europei, il Fesr e il Fse. I dati, ufficiali, risalgono al 31 dicembre 2010 ma, come (purtroppo) ha detto Fitto, rispetto ad allora ci sono stati “miglioramenti contenuti” e questo significa che in una fase di acuta crisi economica, le Regioni insistono nel non riuscire a spendere. E che chi dice che occorrono soldi per il rilancio dell’economia o è in malafede oppure vuole solo aumentare le tasse per nascondere la propria inefficienza.
“MANI BUCATE” La Ue sospende l’erogazione di 72 milioni alla Campania
3 novembre 2011Dopo la Calabria arriva anche la Campania. La Ue ha sospeso il pagamento di 72 milioni di euro alla Regione guidata da Caldoro per gli stessi motivi per i quali ha già sospeso le erogazioni alla Calabria: problemi di audit. In altre parole: mancano i controlli sulla spesa regionale dei fondi europei di sviluppo regionale Fesr.
“MANI BUCATE” 23 milioni di Stato agli yacht di lusso, che ora licenziano tutti
28 ottobre 2011Se il lusso è un diritto allora merita di essere finanziato dallo Stato. Ma sì, più lusso per tutti, a cominciare dalle barche. Eleganti gozzi sorrentini che solcano i mari del mondo e rincorrono l’orizzonte. Ci sarebbe della poesia in tutto ciò se non si parlasse di soldi pubblici concessi ad un’azienda nautica per produrre proprio barche di lusso. Come se lo Stato decidesse di finanziare la produzione di Ferrari o Lamborghini. E in effetti la Ferrari lo Stato l’ha finanziata davvero, come racconto in “Mani Bucate”.
E’ accaduto a Torre Annunziata, in provincia di Napoli, territorio dichiarato area di crisi dove alla fine degli anni ’90 ha deciso di investire la holding Ferretti, quella che produce le ‘Ferrari del mare’. Yacht da milioni di euro che pochi al mondo possono permettersi. La Regione Campania vede nel settore nautico la chance di rilancio di quell’area industriale, dove ci sono centinaia di disoccupati da ricollocare e interi complessi ex siderurgici da riconvertire.
Il partner locale della Ferretti era l’Apreamare, storico marchio dell’omonima famiglia che dal 1848 produce i tipici gozzi sorrentini. Nel 2002 la svolta, con la firma di un contratto di programma che assegna al gruppo Aprea-Ferretti aiuti per ben 23 milioni di euro, a fronte di un investimento complessivo di quasi 50 milioni di euro. La metà del contributo pubblico – sotto forma di finanziamenti e agevolazioni fiscali – arriva direttamente dallo Stato, l’altra metà dalla Regione Campania. E’ proprio l’allora governatore Antonio Bassolino che nel 2002 partecipa alla posa della prima pietra, nel bel mezzo di una cerimonia con vip, fuochi d’artificio e musica dal vivo. A quasi dieci anni da quella presentazione in grande stile, non restano che molti capannoni vuoti e 165 dipendenti a braccia incrociate.
La holding Ferretti, intanto, dal marzo del 2010 ha deciso di mollare il socio Aprea e vendere alla stessa famiglia sorrentina le sue quote. Ferretti aveva fiutato l’arrivo della burrasca. E i ‘leggeri’ gozzi in legno sono stati travolti in pieno dalla crisi di mercato. Apreamare nell’ultimo anno ha fatto segnare una perdita di tre milioni e ottocentomila euro, ha visto crollare gli ordini ed è passata da un fatturato di oltre trenta milioni di euro l’anno a poco più di cinque. La cassa integrazione ora non basta più, servono i tagli al personale. Per un’azienda con queste perdite, 165 dipendenti sono – è il caso di dirlo – un lusso. Perderanno il posto, quindi, 75 tra operai e impiegati, che finiranno in mobilità, anticamera della disoccupazione. Apreamare scopre che all’orizzonte c’è il tramonto, ma almeno lo affronta col sorriso di chi grazie a cospicui finanziamenti pubblici almeno ha costruito un patrimonio immobiliare milionario, fatto di capannoni, una darsena per le manutenzioni delle barche e una vasca d’alaggio che possono pur sempre finire sul mercato.
Con quali garanzie sono stati concessi aiuti pubblici ad Apreamare bisognerebbe chiederlo anche alla Regione Campania, che ieri – mentre l’Unione industriali di Napoli comunicava che 75 lavoratori perderanno il posto – annunciava che entro fine anno saranno sbloccati 65 milioni di euro per nuovi contratti di programma. La giostra degli aiuti pubblici è pronta a ripartire come se nulla fosse accaduto.
“MANI BUCATE” La vera storia dei crolli di Pompei (e di chi è la colpa)
24 ottobre 2011Questa che sto per raccontarvi è la vera storia dei crolli di Pompei e del motivo per il quale il ministero dei Beni Culturali non ha avuto, almeno fino all’aprile 2010, nessuna colpa. Innocenti sono sia Bondi che Galan. Questa è la storia di incuria, menefreghismo, di burocrazia, di incapacità tutte in capo ad una sola Regione. La Campania. Proprio la Regione che “ospita” Pompei e che dovrebbe essere in prima fila per salvare il più importante sito archeologico del mondo.
La storia completa la racconto nei dettagli in “Mani Bucate” (ci ho messo qualche mese per venirne a capo e capire come stavano davvero le cose). Eccone un riassunto che rende bene l’idea. L’Europa ha creato un fondo che si chiama “Attrattori Culturali” dotato di 808 milioni di euro. Questi soldi possono essere chiesti, a fronte di una precisa richiesta e di un piano di intervento, proprio per la conservazione di siti archeologici e bei artistici. Bene: sapete qual è la percentuale di soldi che l’Italia, al 30 aprile del 2010, ha chiesto all’Europa a valere sul fondo degli “Attrattori Culturali”? Zero. Ho detto: zero. Nulla, niente, nemmeno un euro. E sapete qual è la regione capofila, cioè quella che avrebbe dovuto coordinare tutte le richieste provenienti dalle altre regioni e poi inviare a Bruxelles le domande di fondi? La Campania. Pompei crolla perché la Regione, prima che le venisse (giustamente) sottratta ogni responsabilità, non ha mai chiesto un solo euro per Pompei. Solo per la cronaca: il presidente della Regione era Antonio Bassolino.